Un progetto visionario e innovativo, supportato da grande concretezza e competenza tecnica. L’impianto agro – fotovoltaico di Birori (Nuoro) realizzato dall’ingegnere Andrea Segatta è un esempio di come la transizione alle energie rinnovabili possa essere congiunta, efficacemente, con opere di valorizzazione ambientale come la piantumazione di un vigneto. L’impianto - 997 kWp di potenza nominale – alimenterà anche 7 stalli per la ricarica delle auto elettriche.
Dalle fonti fossili a quelle rinnovabili
Impianti fotovoltaici a terra e agricoltura. Un binomio potenzialmente vincente, ma che ancora oggi è visto con diffidenza. È possibile coniugare la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile fotovoltaica, nel rispetto dell’ambiente? Questa era la sfida che Andrea Segatta, progettista visionario ma con i piedi per terra, si è posto quando ha deciso di provare a realizzare un qualcosa di ancora molto “teorico”, visibile più sulla carta che nella pratica. Un progetto stimolante capace, se replicato, di dare un contributo fattivo e concreto alla transizione energetica dalle fonti fossili a quelle rinnovabili.
Sugli impianti fotovoltaici a terra vi è un ampio e anche aspro dibattito fra i favorevoli ed i contrari. Non vogliamo in questa sede alimentare la disputa. Ci limitiamo ad affermare che per raggiungere in Italia gli sfidanti obbiettivi in materia di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile al 2030 basterebbe utilizzare per impianti fotovoltaici a terra (ed è un paradosso in quanto abbiamo molte altre fonti energetiche rinnovabili utilizzabili, ed altre tipologie di sito, ad esempio sulle coperture degli edifici) meno dell’1% della superficie agricola nazionale. Tenendo conto che circa ¼ di tale superficie è considerata abbandonata, lasciamo alla coscienza del lettore ogni considerazione.
Stato originale dei luoghi prima della realizzazione del progetto
Andrea, dopo avere individuato un sito che pur essendo urbanisticamente destinato a zona industriale e quindi compatibile con quanto richiesto dal decreto FER1, si presentava a tutti gli effetti come un campo, e osservando la presenza di svariati vigneti negli appezzamenti limitrofi, ebbe l’idea di completare l’iniziativa energetica con la coltivazione di vigne da collocare fra le file dei pannelli e nelle zone perimetrali.
Stato originale dei luoghi prima della realizzazione del progetto - 1
La presenza della principale arteria di traffico della Sardegna a soli 50 metri dall’impianto fotovoltaico ha suggerito anche di progettare una stazione di ricarica per auto elettriche, alimentata quindi nei momenti di produzione, da energia solare e non fossile. Un progetto di vero sviluppo di quella mobilità sostenibile di cui si fa un gran parlare, ma di cui non sono riscontrabili molti casi reali. A tal proposito, se ti interessa l'argomento, scopri le modalità di costruzione della Gigafactory di Tesla a Berlino.
Rendering piantumazione delle vigne all’interno dell’impianto fotovoltaico
A causa della particolare forma del lotto, delle distanze da rispettare dai confini per l’esigenza di massimizzare l’installazione per raggiungere i 997 kWp di potenza nominale, il layout dell’impianto specie visto dall’alto, asseconda le forme dei lotti di terreno esistenti, creando un effetto ad “onda” che lo inserisce in modo esteticamente armonioso nel contesto territoriale.
Stato di fatto impianto completato
Da sottolineare che per il fissaggio delle strutture di sostegno al terreno non è stato gettato nemmeno un metro cubo di cemento, usando una tecnica innovativa denominata “Tree System”, in quanto utilizza il principio delle radici degli alberi. Alla base di pali di sostegno delle strutture, sono presenti quattro anelli nei quali vengono inserite delle barre in alluminio che sono battute con martello pneumatico, ancorando tutta la struttura al terreno. In sede di dismissione dell’impianto non vi sarà alcuna necessità quindi di smaltire calcestruzzo, ma solo alluminio, materiale altamente riciclabile. Anche la struttura di sostegno dei moduli è quindi in linea con la filosofia di totale compatibilità ambientale.
Strutture di sostegno moduli e recinzione
Qualche dato tecnico: l’appezzamento di terreno dove è stato posato l’impianto è di circa 1,4 ettari pari a 14.000 metri quadrati. Il progetto comprensivo di altre zone destinate all’attività agricola si estende per circa 2 ettari. La potenza nominale dell’impianto è di 997.3 kW, realizzata tramite 2168 moduli di 460 W di potenza ciascuno, disposti su 17 file ad interasse di 8.60 metri. La conversione da corrente continua ad alternata è eseguita con 9 inverter di potenza nominale 100 kW ciascuno. La connessione alla rete elettrica è avvenuta nel mese di Aprile del 2022, in media tensione a 15.000 Volt. All’interno dell’impianto saranno piantate circa 3.000 vigne destinate a produrre circa 4.000 bottiglie di vino Vermentino all’anno. La produzione agricola, per andare a regime, richiederà circa 3 anni. La stazione di ricarica delle auto elettriche prevede 7 stalli con potenza di ricarica da 22 kW ciascuna ed è in progetto di installarne una di ricarica super rapida di 50 kW di potenza.
«Dal punto di vista personale questa realizzazione rappresenta il raggiungimento di un sogno professionale – commenta Andrea Segatta. Mi occupo di impianti fotovoltaici da più di 15 anni quando ancora questa tecnologia era per lo più utilizzata per impianti a isola ad esempio nei rifugi. Ricordo ancora il primo conto energia, e i successivi specie il secondo negli anni 2009 e 2010 che ne determinarono la grande diffusione sul territorio. Iniziando in quei tempi a vedere i primi grandi impianti, tante volte nella mia mente speravo un giorno di riuscire a realizzarne uno, ma i costi e le difficoltà tecniche e autorizzative parevano comunque precludere questa aspettativa».
L’evolversi della tecnologia, la drastica diminuzione dei costi, un’accresciuta sensibilità collettiva verso le fonti rinnovabili hanno permesso di realizzare questa opportunità, pensando anche a dei completamenti innovativi e di valore ambientale significativi come il vigneto e la stazione di ricarica auto.
«Durante la realizzazione dei lavori – prosegue Andrea - ho passato molto tempo in cantiere, con la tuta da lavoro addosso per sentire veramente “mio” questo progetto e farne il punto più bello della mia carriera lavorativa. Non è stato facile, ma ne è valsa davvero la pena».