BIM e beni culturali: il Building Information Modeling che ruolo può avere nella gestione e conservazione dei beni culturali?

Tempo di lettura 2 min

Il BIM ha ormai ampiamente dimostrato tutta la sua efficacia quando applicato a edifici di nuova costruzione. La possibilità infatti di interrogare comodamente moli di dati complesse da gestire altrimenti, o ancora la possibilità di distribuire una modifica al modello su tutti i documenti ad esso connessi in tempo reale, hanno di fatto semplificato il modus operandi degli studi di progettazioni consentendo loro di gestire progetti e lavori sempre più complessi.

Diversa (e per certi versi più problematica) è invece l’applicazione del metodo a edifici esistenti, specie se storici. Negli ultimi anni l’applicazione congiunta di tecnologie quali la scansione laser e la modellazione in BIM, hanno permesso di acquisire e razionalizzare con rapidità le informazioni legate all’edificato su cui si andava ad operare. La ricognizione ottica approfondita e la successiva organizzazione dei dettagli in modelli parametrici, hanno semplificato notevolmente i processi manutentivi e gli adeguamenti. Nonostante questo permangono alcune difficoltà. Mancano infatti a tutt’oggi normative condivise sull’applicazione del BIM a beni architettonici storici e workflow standardizzati. Ma soprattutto gli ostacoli si annidano nelle fasi di modellazione e di reperimento delle informazioni.

La mancanza di documentazione approfondita rende infatti incerta la ricognizione sulle tecniche costruttive, così come il complesso susseguirsi di fasi di edificazione e ricostruzione storicamente stratificate e non più intellegibili con chiarezza, rallenta il processo di acquisizione delle informazioni. Infine, la presenza di elementi non standardizzabili né riconducibili a librerie predefinite, la presenza di deformazioni e irregolarità, rallentano e rendono parzialmente inefficace l’implementazione del modello BIM ai beni storici.


Nonostante queste difficoltà l’utilizzo del BIM per la documentazione e la gestione del patrimonio edilizio storico presenta innumerevoli vantaggi, fra cui:

una gestione coerente e coordinata dei documenti afferenti a diverse fasi temporali (l’organizzazione delle informazioni)un unico punto di accesso per tutti i dati (la trasparenza e l’accessibilità)un supporto insostituibile per analisi tecnicheun valido supporto per programmazione degli interventi di manutenzionela possibilità di attuare (tramite gli strumenti di comunicazione offerti dal BIM) una più efficace promozione del bene culturale, tramite la condivisione del modello sul web o la realizzazione di applicazioni di realtà virtuale o aumentata.

Pertanto è quanto mai importante che siano sviluppate metodologie codificate e workflow standardizzati per permettere una sempre più diffusa applicazione del metodo anche alla gestione/conservazione degli edifici storici.

Alcuni casi di studio di successo hanno dimostrato quanto il BIM sia efficace. Ricordiamo ad esempio il caso studio del Padiglione V di Torino Esposizioni e quello del Duomo di Parma, due edifici storici di epoche differenti e figli di tecniche costruttive molto diverse fra loro. In entrambi i casi la base documentale è stata creata grazie all’acquisizione fotogrammetrica e alla scansione laser, integrate (almeno nel caso di padiglione V di Torino Esposizione) con foto di cantiere d’epoca.