Il BIM ha ormai ampiamente dimostrato tutta la sua efficacia quando applicato a edifici di nuova costruzione. La possibilità infatti di interrogare comodamente moli di dati complesse da gestire altrimenti, o ancora la possibilità di distribuire una modifica al modello su tutti i documenti ad esso connessi in tempo reale, hanno di fatto semplificato il modus operandi degli studi di progettazioni consentendo loro di gestire progetti e lavori sempre più complessi.
Diversa (e per certi versi più problematica) è invece l’applicazione del metodo a edifici esistenti, specie se storici. Negli ultimi anni l’applicazione congiunta di tecnologie quali la scansione laser e la modellazione in BIM, hanno permesso di acquisire e razionalizzare con rapidità le informazioni legate all’edificato su cui si andava ad operare. La ricognizione ottica approfondita e la successiva organizzazione dei dettagli in modelli parametrici, hanno semplificato notevolmente i processi manutentivi e gli adeguamenti. Nonostante questo permangono alcune difficoltà. Mancano infatti a tutt’oggi normative condivise sull’applicazione del BIM a beni architettonici storici e workflow standardizzati. Ma soprattutto gli ostacoli si annidano nelle fasi di modellazione e di reperimento delle informazioni.
La mancanza di documentazione approfondita rende infatti incerta la ricognizione sulle tecniche costruttive, così come il complesso susseguirsi di fasi di edificazione e ricostruzione storicamente stratificate e non più intellegibili con chiarezza, rallenta il processo di acquisizione delle informazioni. Infine, la presenza di elementi non standardizzabili né riconducibili a librerie predefinite, la presenza di deformazioni e irregolarità, rallentano e rendono parzialmente inefficace l’implementazione del modello BIM ai beni storici.
Nonostante queste difficoltà l’utilizzo del BIM per la documentazione e la gestione del patrimonio edilizio storico presenta innumerevoli vantaggi, fra cui:
Pertanto è quanto mai importante che siano sviluppate metodologie codificate e workflow standardizzati per permettere una sempre più diffusa applicazione del metodo anche alla gestione/conservazione degli edifici storici.
Alcuni casi di studio di successo hanno dimostrato quanto il BIM sia efficace. Ricordiamo ad esempio il caso studio del Padiglione V di Torino Esposizioni e quello del Duomo di Parma, due edifici storici di epoche differenti e figli di tecniche costruttive molto diverse fra loro. In entrambi i casi la base documentale è stata creata grazie all’acquisizione fotogrammetrica e alla scansione laser, integrate (almeno nel caso di padiglione V di Torino Esposizione) con foto di cantiere d’epoca.